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Il ponte di Guastacconcio è crollato. Le parole del sindaco: «Poteva succedere un disastro indicibile»

IL «MORANDI» DI PAGLIETA (Chieti). Qualcuno si è preoccupato di intervenire? Si poteva agire diversamente? Lo abbiamo chiesto al primo cittadino. «Sostanzialmente non è mai stato fatto nulla. Ad eccezione del restringimento della carreggiata del ponte. Secondo me c’è stata una sottovalutazione del problema.»

di Paolo De Chiara, WordNews.it

Il ponte di Guastacconcio è crollato. Le parole del sindaco: «Poteva succedere un disastro indicibile»

Il ponte crollato (ph Luzionelli)

CHIETI. Era stato chiuso lo scorso 14 dicembre 2021, dopo il provvedimento della Provincia. Lo pioggie di quei giorni avevano creato un vero pericolo per la tenuta della struttura. Non erano mancate le sollecitazioni da parte del sindaco di Paglieta, Ernesto Graziani, in carica dal giugno del 2019.

Qualcuno si è preoccupato di intervenire? Questa mattina si è registrato il crollo.

Si poteva agire diversamente?

Lo abbiamo chiesto al primo cittadino Graziani.

«Il ponte è crollato questa mattina alle 9:20. Ho ricevuto una telefonata un minuto dopo. Posso essere così preciso perché un amico che ha un terreno vicino al ponte stava lì a lavorare e, in diretta, ha sentito questo boato e ha visto che il ponte non c’era più. Sono stato il primo a dare la notizia, ho chiamato la Provincia e il comando dei carabinieri di Atessa. Ho provveduto ad avvisare tutti i soggetti che erano in gradi di poter intervenire.»

Sindaco, facciamo un passo indietro. Lo scorso 14 dicembre il ponte è stato chiuso…

«Il 14 dicembre la Provincia, proprietaria della strada in cui insiste questo ponte, ha disposto la chiusura. Un ponte che era già monitorato in quanto, nel corso del mio mandato, in modo autonomo avevo già provveduto attraverso una ordinanza urgente a disporre la chiusura nel corso dei due anni e mezzo precedenti.»

Perchè?

«Avevo riscontrato, su segnalazione di alcuni miei concittadini, l’abbassamento della sede stradale della parte centrale del ponte. Non ho atteso i tempi spesso lunghi della Provincia, disponendo immediatamente la chiusura. La Provincia ha fatto dei controlli e ha ritenuto che fossero anomalie non recenti e che, quindi, non corresse rischi di crollo imminenti. E la cosa è andata avanti. Il ponte è stato riaperto dopo diversi mesi.»

Questa mattina il ponte era aperto o era chiuso al traffico?

«Era chiuso. Io stavo parlando di provvedimenti precedenti l’ultima chiusura disposta dalla Provincia il 14 dicembre scorso. Sto facendo una cronistoria a me nota, di cui mi sono occupato.»

Lei, quindi, con la sua elezione eredita queste problematiche.

«La vicenda del ponte è precedente. Anche i sindaci che mi hanno preceduto nel corso degli anni…»

Quanti sindaci?

«I due sindaci che mi hanno preceduto, l’ultimo in carica per dieci anni e quello ancora prima per altri cinque anni, avevano a loro volta disposto la chiusura di questo ponte.»

Ma dopo tutte queste chiusure cosa è stato fatto?

«Sostanzialmente non è mai stato fatto nulla. Ad eccezione del restringimento della carreggiata del ponte.»

Lei come spiega questo inattivismo? Sono mancati i soldi…

«Se i soldi gli avessero chiesti quindici anni fa, probabilmente, sarebbero arrivati. E il ponte sarebbe stato anche rifatto.»

Ci troviamo, quindi, di fronte ad una incapacità politica?

«Una sottovalutazione. Quelle anomalie che mi avevano indotto, nei due anni precedenti, a chiudere il ponte erano anomalie che non erano state ritenute tali per cui il ponte correva rischi di crollo.»

Il ponte è crollato. Stiamo parlando di incapacità amministrativa, gestionale? Come la possiamo definire?

«Non so come definirla. Secondo me c’è stata una sottovalutazione del problema. Io faccio l’avvocato e non sono un tecnico. Devo rivolgermi ad un esperto per capire se un ponte può crollare o meno. Mi devo fidare della loro valutazione. Se questo personale ha ritenuto che potesse essere ancora percorso dalle auto, sia pure attraverso un restringimento della carreggiata, io sono portato a credere che la Provincia abbia fatto bene.»

Arriviamo alla terza chiusura del ponte, durante il suo mandato. Cosa possiamo aggiungere?

«È stata eseguita dalla Provincia il 14 dicembre. Anche questa chiusura, questa volta disposta direttamente dalla Provincia, è stata eseguita su mia sollecitazione. Anche questa volta un mio concittadino mi ha telefonato e mi riferito del pericolo. Dalla Provincia mi dicono di aspettare perché, nel frattempo, le mie due chiusure avevano indotto la Provincia ad incaricare una ditta per monitorare la staticità di questo ponte. Un monitoraggio non eseguito in modo elettronico e costante. Solo interventi periodici che loro eseguivano. Dopo un controllo è stato riscontrato un abbassamento, rispetto ad una valutazione fatta precedentemente, di sei centimetri. Solo a questo punto è stata disposta la chiusura del ponte.»

Sono mai stati previsti degli interventi un po’ più corposi?

«La Provincia ha ottenuto due finanziamenti, un primo molto piccolo, di circa 100mila euro, per far fronte alle necessità immediate. Secondo le intenzioni iniziali avrebbe dovuto consentire, attraverso il consolidamento del pilone centrale che aveva subìto i maggiori danni, un consolidamento. Con questo intervento si sperava ad una riapertura del ponte.»

E il secondo finanziamento?

«Molto più consistente, di 2 milioni e 200mila euro, che la Provincia ha già ottenuto ma che l’appalto non è stato dato, perché oggetto alla gara quindi più complesso. Per il primo intervento erano già stati affidati anche i lavori.»

Sono stati affidati e realizzati?

«Non sono stati mai realizzati.»  

Il dato positivo è che oggi, con il crollo, non c’è scappato il morto.

«Ovviamente non c’è scappato il morto grazie al fatto che stesse chiuso il ponte.»

Si poteva ripetere, senza fare alcun paragone, il crollo del Ponte Morandi di Genova.

«Poteva succedere un disastro indicibile. La strada è molto trafficata.»

Il ponte è crollato completamente. Verrà ricostruito?

«Questo ponte sarebbe stato oggetto di ristrutturazione perché vincolato dalla soprintedenza perché ritenuta opera degna di essere conservata.»

Il ponte a che epoca risaliva?

«Agli anni Cinquanta.»

Qual è il passaggio successivo dopo il crollo?

«Innanzitutto la rimozione delle macerie e, in via d’urgenza, la realizzazione del ponte.»

Il suo impegno politico è la ricostruzione del nuovo ponte?

«Assolutamente. Anche se il mio impegno può essere soltanto quello di pressione. È la Provincia che lo deve realizzare. Questa settimana, con questa finalità, ho già intenzione di convocare la Provincia e la Regione e tutti coloro che sono deputati del territorio per stabilire i tempi. Loro mi devono dire che cosa faranno per arrivare ad una soluzione.»

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