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De Lucia: “I CATURANO non trasportano rifiuti” – II parte. Intervista al gruppo Caturano di Maddaloni

CATURANO a Venafro
CATURANO a Venafro

“Ma questo con il Molise non c’entra niente. Stavamo parlando del Molise. Quello è un problema di vicinato. Non voglio andare oltre perché confondiamo solo le idee. Piano piano mi sta dipingendo come un criminale”.

di Paolo De Chiara (dechiarapaolo@gmail.com)

La prima parte dell’intervista al direttore amministrativo del gruppo Caturano, di ieri, ci ha lasciato dei dubbi. I Caturano, oggi, trasportano i rifiuti? Secondo De Lucia, è dal 2003 che non li trasportano più. (“Noi i rifiuti non li facciamo più”). Ma perché, allora, se dal 2003 l’Azienda Caturano non trasporta più i rifiuti sul sito della ditta, nella lista dei servizi offerti, si trova anche la dicitura “trasporto rifiuti”? Lo abbiamo chiesto a De Lucia. “Il sito non è stato più aggiornato”.  E per quanto riguarda il compost? Abbiamo capito male noi? E’ facile cadere in errore. Per due distinte risposte sempre alla stessa domanda. Con la seconda parte chiudiamo l’intervista al gruppo Caturano. Partendo dal Nucleo Industriale Pozzilli-Venafro. Oggi un vero deserto, con pochissime realtà industriali. Ma qualche anno fa era talmente florido che si era tentata la stessa strada, poi intrapresa dal Commissario Del Torto per il depuratore del Nucleo di Termoli. “L’attuale discarica – si legge nelle cronache del 2004 – sta per essere allargata. Se così fosse i rifiuti speciali di mezza Italia sarebbero scaricati, assemblati e forse bruciati. […]”. Riprendiamo l’intervista con il direttore amministrativo, Salvatore De Lucia, del gruppo Autotrasporti Caturano dall’ultima parte dell’interrogazione di Vendola del 25 novembre 2004.

“Ad oggi resta da accertare quali siano le attività dell’imprenditore Caturano nella provincia di Isernia”. Quali sono le vostre attività? Operate nel Nucleo Industriale di Pozzilli-Venafro?

“Può capitare. Precal è cliente nostro”.

Anche la Fonderghisa dei Ragosta lo era?

“Mai avuto rapporti”.

Nel vostro comunicato si può ancora leggere: “il gruppo ritiene gravi e lesiva l’associazione del nome dell’Azienda a vicende legate al crimine organizzato”. Però la società – si legge su Il Mattino del 3 novembre scorso – è stata tirata in ballo da alcuni collaboratori di giustizia”, Raffaele Piccolo (ex braccio destro e cassiere del gruppo Schiavone) ed Emiliano Di Caterino. Il primo, come ha scritto Rosaria Capacchione, “ha fatto riferimento agli autotrasporti maddalonesi in un verbale allegato agli atti dell’inchiesta Normandia2 (l’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex consigliere regionale dell’Udeur ed ex titolare dell’Ecocampania Nicola Ferraro)”. Il secondo collaboratore di giustizia ha dichiarato: “Ho detto che i Caturano non pagavano. Ho poi saputo che avevano denunciato richieste estorsive ma solo relative al gruppo Belforte operante in Marcianise e San Felice a Cancello. Non ci sono mai state denunce nei confronti del gruppo Bidognetti o del gruppo Schiavone”.

“Le ho lette dal Mattino. Conosco l’Azienda e quello che succede nell’Azienda. Queste frasi, secondo me, sono riportate male. Se uno non paga è colpevole? Allora  siamo colpevoli. Le estorsioni non le paghiamo”.

Non avete mai pagato?

“Assolutamente no. Se vengono li denunciamo. Nelle zone delicate non ci lavoriamo proprio. Non ci andiamo nemmeno”.

Il Sannio Quotidiano, nel 2003, scrive: “Incendiate due betoniere di un’impresa. Nel mirino i mezzi della “Calcestruzzi Volturnia”, una ditta di Maddaloni che opera nel settore del cemento, di cui è amministratore unico il 33enne (oggi 40enne, ndr) Aniello Caturano”. Per gli investigatori l’incendio fu di natura dolosa. Che accadde?

“Abbiamo denunciato il fatto. In provincia di Benevento non abbiamo ricevuto nessuna intimidazione. Non si è capito perché e chi ha deciso di fare questa cosa”.

Conferma che Luigi e Antonio Caturano sono imputati nel processo Re Mida? (L’operazione nata nel 2003 e che prende il nome da una telefonata intercettata del trafficante Luigi Cardiello che dice: “E noi appena tocchiamo la monnezza la facciamo diventare oro, ndr”)?

“E’ una cosa vera”.

Qual è l’accusa?

“Traffico illecito (di rifiuti, ndr). Ma il processo è ancora in svolgimento. Non è concluso e non ci sono condanne. Sarà dimostrata la completa estraneità”.

Ci penseranno i magistrati.

“Certo”.

Siamo al primo grado?

“A Napoli, ancora in primo grado”.

Perché sono stati imputati entrambi i Caturano: Antonio e Luigi?

“Uno era l’amministratore e Antonio essendo responsabile della logistica aveva parlato a telefono con uno dei personaggi”.

Il 12 dicembre del 2008 il NOE di Caserta denunciò Luigi Caturano per numerose irregolarità relative alla raccolta, trasporto, recupero e smaltimento di rifiuti speciali. Abbandono e deposito incontrollato di rifiuti speciali. Lo conferma?

“Fecero un controllo a una nostra sede operativa e secondo i Noe c’erano delle irregolarità. Che abbiamo sanato immediatamente. Erano prodotti derivanti dall’officina, che secondo loro stavano stoccati male prima del ritiro. I contenitori non erano perfettamente idonei”.

E la denuncia a Luigi Caturano?

“Ancora non si è discussa. Le irregolarità contestate le abbiamo sanate. Credo che è stata archiviata, ma non sono sicuro al cento per cento. Devo sentire il legale. L’ultima volta che l’ho sentito mi pare che la procedura era stata archiviata”.

Nel dicembre del 2007 dei Comitati civici contro il degrado ambientale di Maddaloni lamentarono il forte e cattivo odore proveniente dall’autoparco Caturano. Lo conferma?

“Si, ma è una vicenda… Ma questo con il Molise non c’entra niente. Stavamo parlando del Molise. Quello è un problema di vicinato. Non voglio andare oltre perché confondiamo solo le idee. Piano piano mi sta dipingendo come un criminale.  (A questo punto il direttore amministrativo De Lucia non risparmia un feroce attacco all’editore de Il Mattino, Caltagirone, ndr). Se di industriali, di persone per bene vogliamo fare un bel dossier, iniziamo da cinquanta anni fa, da quando è nato ad oggi, tutte le multe che ha preso, eventuali problemi, magari ha litigato con un amico, problemi di vicinato, cause per incidente della strada, li mettiamo tutti insieme, in un arco di tempo molto stretto per farlo apparire… come il peggiore criminale del mondo. Stiamo parlando di un’Azienda che fa milioni e milioni di fatturato, quindi ha dei volumi di cose, che fanno ogni giorno, che tutti questi piccoli eventi, rapportati ai volumi complessivi, sono zero praticamente”.

Non si sta dando del criminale a nessuno.

“Analizziamole una alla volta le problematiche. Stiamo parlando della questione che ci dicono che noi veniamo in Molise. Noi veniamo nella zona, ma non abbiamo mai fatto niente di illecito”. 

Nell’estate del 2003 il Reparto Operativo tutela ambientale dei carabinieri di Caserta fotografò un camion dei Caturano mentre usciva dalla cava Ma.gest.

“E’ quello là. Un solo trasporto contestato”.

Cosa si contesta?

“Che questo camion ha trasportato questo prodotto che poi alla fine non era conforme”.

La cava Ma.gest. dove si trova?

“A Giugliano, mi pare. Una cosa del genere”.

Chi è Patrizia Colimoro?

“Mai sentita nominare”

La cava di Giugliano è gestita dalla Ma.gest. Service di Patrizia Colimoro?

“Non so chi è Patrizia Colimoro”.

Per Caserta7 Toni Gattola era l’effettivo controllore. Gattola, già convivente di Brigida Cacciapuoti, la sorella di Alfonso. Proprio quest’ultimo venne individuato da Sandokan come capozona di Cancello Arnone.

“Non li conosco, mai sentiti nominare. Non abbiamo nessuno interesse”.

Del gruppo Caturano fa parte anche la Ve.Ca. Sud?

“No assolutamente. Sono dei parenti, ma hanno un’Azienda loro che non fa parte del gruppo”.

Ma Ve.Ca. non sta per Ventrone e Caturano?

“Fu fondata da Ventrone e Caturano, però poi l’ha gestita il cognato negli ultimi trent’anni. I Caturano sono usciti dalla gestione dell’Azienda”.

Da che anno?

“Da oltre vent’anni”.

Scrive Rosaria Capacchione: “nel 2009 la Ve.Ca. Sud si era aggiudicata dal Commissario straordinario di governo l’appalto per il trasporto delle ceneri del termovalorizzatore nonostante la condanna del responsabile della società per traffico illecito di rifiuti. Nel luglio scorso la ditta è finita ancora nei pasticci: i carabinieri del Nas hanno scoperto che nei cassoni dei camion ancora sporchi di cenere contaminata, durante il viaggio di ritorno dalla Systema Ambiente di Brescia, finiva il masi destinato ai mangimifici e caricato in Veneto e in Emilia Romagna. Mangime mescolato a metalli pesanti e utilizzato negli allevamenti di bestiame del centro-sud”.

“E’ un’azienda terza. Non so le notizie precise nel merito”.

Quanti camion, di solito, vengono in Molise ogni giorno?

“Dipende dal lavoro che ci sta. Una decina in questo periodo qua”.

2/fine

SECONDA PARTE, La Voce Nuova del Molise, 13 novembre 2010